di Massimo Becattini
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Il documentario illustra il lungo percorso dell’Opificio delle pietre dure dalla sua nascita all’epoca dei Medici come laboratorio artistico fino ad oggi. Sarà poi solo nell’Ottocento che l’opificio deciderà di utilizzare la sapienza dei suoi specialisti per il restauro di opere d’arte: capolavori di maestri quali Giotto, Beato Angelico, Rubens, Raffaello o Rosso Fiorentino sono passati tra le mani degli artisti dell’opificio. Il film ci mostra i laboratori e il lavoro minuzioso e specializzato che viene svolto all’interno: la falegnameria, il laboratorio dei tessuti, delle ceramiche, delle tele, delle pergamene, delle sculture lignee, il laboratorio della ricerca scientifica e molti altri. Qui restauratori e allievi della scuola compiono veri e propri miracoli riportando all’antico splendore tesori inestimabili, mentre i ricercatori compiono analisi su materiali e tecniche di restauro. L’opificio ebbe gran lavoro dopo la Seconda guerra mondiale, con la bonifica di edifici e opere a Napoli, Orvieto e Livorno, dopo l’alluvione del 1966 e dopo l’attentato agli Uffizi del ’93. L’opificio attualmente è una delle strutture più rinomate al mondo in termini di restauro sia artistico che archeologico, per la sua tradizione secolare, per le moderne tecnologie impiegate e per la didattica che prepara i futuri restauratori.
29 ottobre 2012 | Documentari